Stefania Langfelder

 
MEMORIE E IMPRESSIONI
a cura di Lorenzo Valentino

 

 

La produzione di Stefania Langfelder è caratterizzata, per la maggior parte delle sue opere, da campiture dimezzate bianche e azzurre, abitate da aggregati di figure all’apparenza filiformi, schierate lungo perimetri areali della coscienza impegnata a districarsi dall’enigma del quotidiano. Un mistero fitto e stratificato sull’asse portante del proprio destino, dipinto come forma scolpita nel legno o incastonato nel marmo lucido e freddo di un’esistenza liquida e informe. Il movimento dei corpi metamorfizzati, scrutato dall’occhio anfibio, è collocato poi spazialmente nell’etere dell’indecisione, gerarchicamente disposto non secondo valori di sostanza ma catturato dall’intensità etica di uno sguardo che sconfina nell’ambiente disteso dal dolore.

In alcune tele s’intravedono infine grumi di verità alla deriva, dalla tinta rosso violaceo, che galleggiano tra arcipelaghi di passione per  annunciare  l’inizio delle danze urbane accompagnate da un florilegio di volti, segni dell’ immaginaria inconsistenza oggettivata in polveri dalle tinte cirrotiche. Figure evanescenti in dialogo, consumate dal tempo, tra borbottii e coaguli di pensieri, svaporati in reticoli di cristalli  pieni di turbamento, sullo sfondo di epifaniche dolcezze che irritano l’incoscienza ma che incantano.