PERMANENZA – ogni cosa è impermanente

PERMANENZA – ogni cosa è impermanente
a cura di Erika Lacava
Inaugurazione: giovedì 13 marzo 2025 ore 18.30
Fino al 5 aprile

La mostra PERMANENZA – ogni cosa è impermanente, a cura di Erika Lacava, affronta temi universali ed esistenziali insieme ad argomenti di forte attualità come l’emergenza climatica, la fragilità psicologica ed emotiva, i segni del trascorre del tempo. Venti gli artisti in mostra che hanno declinato il tema secondo la propria poetica personale muovendosi sul confine labile tra stabilità e provvisorietà, evidenziandone la rapidità del cambiamento. In mostra opere di pittura, scultura, fotografia, video arte, installazione e fiber art.Molte le opere sulla natura e sul paesaggio: la profonda unità tra uomo e natura si riflette nelle fotografie di Mauro Pinotti, nell’inserimento di elementi naturali come foglie e fiori nelle opere in plexiglass di Stefi Ranghieri e nelle piccole sculture di Daniela Barzaghi accompagnate da fotografie sulla mutevolezza del territorio. Gli scolorimenti delle fotografie di papiro dell’artista Paola Rizzi fanno riflettere sulla fragilità dell’ecosistema, a cui si unisce la denuncia, in una dimensione onirica e poetica, dello scioglimento dei ghiacciai negli acquerelli scarlatti di Loredana Galante. Matteo Suffritti si collega al tema ambientale con due lavori scultorei in cui gioca con sottile ironia su un assembramento edilizio al limite del soffocamento. Segnano il trascorrere del tempo le radici organiche di Ester Leli, residui di elementi marini e allo steso tempo accenni alla fuggevolezza dell’animo umano. Diventano invece concrezioni materiche i resti di alluminio arrugginiti e corrosi dall’acqua nelle opere di Alessandro Lobino, che fanno riflettere sul dialogo e l’interdipendenza tra naturale e artificiale. Le fotografie a doppia esposizione di Federica Gonnelli impiegano la metafora paesaggistica dello scorrimento del fiume per evocare il cambiamento, allo stesso modo delle nuvole in gesso bianco e azzurro di Gero Canalella. Nascono dal sottile equilibrio tra caos e controllo i lavori in gomma arabica di Antonella De Sarno, che fanno da contraltare visivo alla grande installazione tessile di Michela Cavagna in cui il desiderio di stabilità si alterna a quello di libertà. Metafora per eccellenza dell’evanescenza è il ghiaccio usato da Paola Calcatelli per le sue fotografie, filosoficamente in bilico tra inganno e razionalità. Una tensione che l’accomuna al video di Giulietta Gheller, dove una modella si adagia nei panni di un’odalisca di Ingres per poi romperne la posa.  Anche le Love letters cucite di Simonetta Testa riflettono sulla transitorietà, in questo caso delle relazioni affettive, mentre l’installazione di gusci vuoti di Grazia Gabbini si apre a molteplici interpretazioni, dal rifugio all’abbandono. Daniele Ismaele Cabri denuncia la violenza sulla donna e allo stesso tempo la fragilità dell’animo umano nella sua Butterfly in pelle dipinta, mentre Luce Resinanti offre uno scorcio di quotidianità negli aforismi del suo diario visivo. Lavorano sul corpo con fotografie e interventi di fili di cotone Nadia Frasson, con i suoi autoritratti frammentati in cui si materializzano i segni degli anni, e Oriella Montin con una riflessione sulla memoria e il valore del tempo.


Finissage: lunedi 31 marzo, ore 18.30
Intervengono: Marco De Crescenzo, Gabriella Anedi, Susanna Vallebona